Solutions first! Infinite soluzioni, zero scuse | Intervista a Claudio Angelini

 

La velocità dei mercati contemporanei, così come la necessità di aggiornare sempre più spesso prodotti e servizi rendono sempre più centrali i processi di roll out, vale a dire tutte quelle attività che portano all’immissione graduale sul mercato di un nuovo prodotto, servizio o infrastruttura.

Ne parliamo con Claudio Angelini, Referente Tamoil nel nostro Ufficio Service.

 

Ciao Claudio, puoi presentarti ai nostri lettori?

In poche parole posso dire che sono un riminese doc e vivo a 300 metri dall’headquarter Fortech, quindi diciamo che… sono casa e bottega. In effetti quando ho iniziato a lavorare per questa azienda, nel marzo 2007, la sede era un po’ più distante ma quando ci siamo spostati nella nuova mi sono ritrovato con la comodità di avere un tragitto casa-lavoro ridotto decisamente all’osso e non posso che esserne contento.

 

Perché hai deciso di far parte di questo team?

Ricordo ancora che stavo finendo l’università, mi stavo laureando in ingegneria informatica e intanto lavoravo come tecnico sistemista in un’altra azienda. Quando ho avuto la possibilità di fare un colloquio con Jonny Tosi (uno dei soci fondatori di Fortech, Responsabile HR) ho capito che si stava creando un bell’ambiente di lavoro, familiare e stimolante allo stesso tempo. 

Il settore carburanti era un mondo che non conoscevo ma da subito mi sono reso conto di quanto avesse in prospettiva un forte bisogno di automazione, così ho capito che in Fortech avrei potuto mettere a frutto quello che avevo studiato ed occuparmi di quello che mi sarebbe piaciuto fare nella vita.

 

Dopo più di 13 anni le tue mansioni saranno cambiate. Di cosa ti occupi ora?

Devo fare una premessa: in quegli anni eravamo molto diversi da quello che siamo ora perché ci occupavamo principalmente di helpdesk e raccolta dati, quindi le mie mansioni erano più tecniche e circoscritte.

Nel tempo ho avuto l’opportunità di seguire alcuni progetti speciali di automazione per Eni e di ampliare così le mie competenze fino ad entrare a far parte della formazione iniziale dell’ufficio Service, che aveva come principale finalità la gestione del rapporto contrattuale verso la compagnia e il coordinamento delle prime campagne massive di investimenti sulla rete Eni.

Quando qualche anno più tardi Tamoil ci ha contattato per coordinare le attività legate alla creazione della rete informatica dei suoi punti vendita, forte dell’esperienza già fatta con Eni, mi è stato affidato questo nuovo incarico.

Sono quindi diventato referente per Tamoil e oggi mi occupo di quelle attività che il cliente ci ha affidato e che riguardano lo sviluppo della rete di impianti completamente automatizzati, l’organizzazione e la gestione della contabilità di questo tipo di impianti, l’adeguamento alle normative di legge, l’adeguamento dell’infrastruttura e l’aggiornamento dei servizi.

 

Non tutti sanno quali siano le attività dell’ufficio Service, puoi spiegarcelo?

Il nostro team è formato da 5 persone. Quello di cui ci occupiamo, volendo sintetizzare, è di creare standard e procedure. Quando un nostro cliente deve affrontare il lancio di un nuovo servizio o di una campagna che prevede aggiornamenti o attività di installazione sulla rete, si affida a noi per efficientare i processi, ottimizzare l’impiego di risorse e strutturare i workflow, i processi di lavoro. Nella pratica noi indichiamo cosa conviene fare, cosa sia meglio evitare, come gestire i diversi step e come creare flussi virtuosi per far sì che le prestazioni del progetto siano sempre alte.

 

Avendo a che fare con i processi e i nuovi progetti ci sono sempre delle incognite. Come affrontate queste sfide?

Ancora ricordo il primo roll out di aggiornamento infrastrutture hardware seguito per Eni. Eravamo in 4 a seguirlo e lo abbiamo affrontato come si affrontano le grandi sfide: con grande determinazione e dedizione e, se è necessario, buttando il cuore oltre l’ostacolo. Cercando di fare sempre quel qualcosa in più che fa la differenza. Questo è quello che caratterizza il nostro ufficio e, più in generale, Fortech.

L’azienda poi in questi mesi è coinvolta nuovamente in nuovo importantissimo ed estremamente sfidante progetto di automazione per Eni per il quale mi sto occupando, assieme ai colleghi del mio ufficio, del coordinamento delle attività di campo così come avvenuto per il primo rollout.
Questa volta l’obbiettivo è ancora più ambizioso e lo stiamo affrontando con lo stesso entusiasmo, forti dell’esperienza maturata in questi anni.

A livello personale invece trovo nella collaborazione con Tamoil, che dura da 7 anni, uno dei traguardi più importanti e sfidanti. Ogni volta ci sono ambiti nuovi da valutare, prevedere, gestire. Anche le strategie e i processi già testati infatti devono essere applicati a esigenze specifiche e quindi sempre diverse perché la rete è tuttora in espansione.

Inoltre c’è un altro punto centrale, che coinvolge sia la dimensione professionale che quella umana ed è il coordinamento dei fornitori. Le variabili in gioco, così come le “teste”, sono tante: tecnici, project manager, referenti. Per evitare la dispersione di risorse e di tempo occorre essere sempre attenti, precisi, pronti a trovare soluzioni.

Mi piace quindi pensare che, per quella che è ed è stata la mia esperienza in Fortech, la sfida più grande sia quella che deve ancora arrivare.

 

Visto che sei un veterano in Fortech la conosci molto bene. Cosa consiglieresti a un neo assunto?

Gli direi sicuramente di essere curioso, di fare domande, di non sedersi e non accontentarsi di fare il compitino. Il valore aggiunto di Fortech, infatti, è proprio l’attitudine a fare sempre quel passo in più che serve a trasformare lo status quo.

Spesso chi lavora in un settore di nicchia o nello stesso settore per anni, si fossilizza, rimane inchiodato ad abitudini e standard. Noi siamo l’esatto contrario, siamo meno vincolati da formalismi e rigidità strutturali dovuti all’organizzazione per questo riusciamo ad avere una visione aperta delle cose, ad essere più agili e propositivi. 

Mi piace pensare che qui si trovano bene le persone che si danno una regola: “cerca le soluzioni e azzera le scuse”. Il DNA dell’azienda è proprio questo: abbasso gli alibi e viva le soluzioni, anche quando costano uno sforzo in più, uno slancio di coraggio e ambizione.

 

Con tutte queste attività, ti rimane tempo per coltivare le tue passioni?

Ogni tanto, tra il lavoro e la famiglia, mi prendo del tempo per dei piccoli progetti di informatica, giusto per non perdere la mano e tornare alle radici. Ma devo ammettere che da quando sono papà lo sono 24 ore su 24. Potrei quasi affermare che appena ho un secondo a disposizione ho in testa la mia famiglia! Sono sposato e ho due figli maschi, di nove e undici anni. E mi accorgo proprio di esserne orgoglioso, perché mi piace parlare di loro, mi piace passare del tempo con loro appena possibile e condividere il mio amore per l’aria aperta e la montagna. Facciamo trekking, escursioni in bici e siamo sempre alla ricerca di nuove esperienza da fare assieme. Devo dire che il bello è che, oltre a una famiglia, siamo un vero team.

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